Aeroporto di Treviso: rotte di decollo su S.Angelo, S.Antonino e San Zeno

Treviso. Ca’ Sugana deve rispondere entro aprile, incontro con i vertici dell’Aeronautica Quinto esulta: «È passato il principio della equa distribuzione dei disagi»

TREVISO. Anche il capoluogo dovrà sempre di più fare i conti con decolli e rumore. Sono previste delle rotte diverse rispetto a quelle preannunciate in passato, meno impattanti secondo i tecnici, ma comunque sui cieli della città, in particolare su Sant’Angelo, San Zeno e Sant’Antonino. Le novità giungono da Roma in seguito a un incontro alla presenza di tutte le autorità coinvolte, e riguardano essenzialmente le nuove procedure di decollo che i piloti dovranno osservare quando partiranno dallo scalo trevigiano. Cosa che, in passato, era avvenuto in un periodo di sperimentazione e che attualmente accade solo in caso di vento o meteo sfavorevoli. Un aspetto, quello delle nuove procedure di decollo dal Canova, che in questi giorni mette sul "chi va là" la giunta di Ca’ Sugana, da sempre contraria al sorvolo degli aeromobili su centro e quartieri. Quel che sembra certo, comunque, è che Treviso dovrà dire la propria già entro aprile. Lo stesso farà la Provincia. Quinto, Save, Arpav ed Enav pare abbiano già dato il proprio "ok".

Da Roma, intanto, salirà a breve almeno un rappresentante dell'Aeronautica Militare per incontrare Manildo & co ed illustrare quanto pensato per evitare le ricadute sul centro storico della città. Una richiesta, quella di un vertice a Ca’ Sugana per sviscerare al meglio la questione nuove rotte, partita proprio dall'assessore all'Ambiente Luciano Franchin.

Dopo l'incontro, se tutto andrà liscio, partirà la sperimentazione, che solitamente ha una durata di almeno un anno. Il tutto a prescindere dal piano di sviluppo (il cosiddetto "Strumento di pianificazione e ottimizzazione al 2030" del Canova) presentato da Save-Aertre e attualmente al vaglio - assieme a varie documentazioni, comprese le osservazioni presentate da Provincia, comuni (Treviso compreso) e comitati - del ministero dell'Ambiente. Perché, se il piano, l'ennesimo presentato dai gestori dopo bocciature, rinvii e ridimensionamenti, che prevede l'aumento dei voli a quota 22.300 movimenti (già toccati però lo scorso anno) vedesse il benestare ministeriale, sembra sempre più inevitabile una distribuzione dei decolli tra Trevido e la vicina Quinto. Un aspetto da tempo richiesto dal primo cittadino leghista di Quinto, Mauro Dal Zilio, ma a cui, da sempre, era seguito il "niet" del municipio trevigiano. Al momento, se Quinto nelle proprie osservazioni al piano di Save-Aertre aveva richiesto una distribuzione dei decolli pari al 50% con Treviso, mantenendo comunque in toto gli atterraggi, non si parla tuttavia di percentuali o ripartizioni precise.

Da Roma, comunque, trapela la volontà di arrivare ad una “equa distribuzione”. Distribuzione che, non a caso, prevede novità non solo dal punto di vista del percorso degli aeromobili ma anche sulle procedure antirumore che i piloti saranno chiamati a rispettare.

Da Ca’ Sugana, la cui voce è ovviamente importante ma non burocraticamente fondamentale per l'approvazione delle nuove rotte, trapela comunque cautela.

«Allo stato attuale si tratta di una serie di proposte», spiega l'assessore Luciano Franchin, celando di fatto l’irritazione che il piano ha in realtà provocato a Ca’ Sugana, da sempre contraria all’ipotesi dei decolli sulla città, «è tutto da discutere e per questo a breve faremo combaciare le varie agende con i tecnici dell'Aeronautica per un incontro. Quel che è certo è che senza l'unanimità sulla decisione si toglierebbe qualcosa di importante».
 

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