A Treviso il sorpasso del prosecco sul mais: gli ettari a vigneto superano i cereali

TREVISO. Basta posare lo sguardo sui ritagli delle nostre campagne per intuire il cambiamento in atto. Sorprende, piuttosto, che nessuno si fermi a riflettere su che cosa significhi, nel bene e nel male. Ma il tempo è quello che è, buono per pensieri corti.
Nella provincia di Treviso la viticoltura ha superato, per estensione, le colture cerealicole: 34.700 mila ettari di vigneti, 32 mila di cereali. Dove all’interno di questa categoria troviamo mais, orzo e frumento tenero. L’insieme di queste tre colture non fa la superficie dedicata ai vigneti. È la prima volta che accade nella storia moderna e Treviso è l’unica provincia del Veneto - e probabilmente d’Italia - dove il fenomeno è così consistente. L’effetto della spinta del vino più famoso al mondo è anche questo, un cambiamento importante nel paesaggio. Come saltare dalla pellagra alle bollicine.
Non è ancora la scomparsa del mais, ma certamente una modifica profonda e duratura nel paesaggio agrario del nostro territorio.
Il dato si riferisce al 2017 e affiora dalle statistiche delle agenzie regionali che si occupano di fotografare le superfici agrarie: Veneto Agricoltura e Avepa.
L’andamento del resto è in atto da tempo: diminuisce il peso del mais, tradizionale coltura che ha accompagnato la crescita del Veneto nel secondo dopoguerra; esplode, soprattutto nell’ultimo decennio, la produzione agricola di uva, sotto la spinta della corsa all’oro giallo, il prosecco.
Il mais - nelle versioni granella e in quella ceroso - è da sempre associato alla zootecnia: usato soprattutto per l’alimentazione animale, nonostante gli ibridi sempre più raffinati, negli ultimi anni ha sofferto dei problemi legati alle aflatossine, che ne hanno minato la resa anche in maniera consistente. La crisi della zootecnia ha fatto il resto, portando a un crollo nelle superfici coltivate di almeno un terzo. Ne ha tratto vantaggio la soia, coltivata a livello intensivo, che nel 2017 ha definitivamente superato il mais. Se il granturco - da solo - è sceso negli ultimi dieci anni dai 42 mila ettari agli attuali 22 mila, la soia è passata dai 7500 ettari agli attuali 22 mila. Sorpasso dovuto anche alla redditività: una tonnellata di soia vale 390 euro, una di mais 170.
Ma è il dato sulla viticoltura che colpisce di più: dal 2007 ha aumentato di un terzo la superficie coltivata. Oggi, rispetto alla Superficie agricola utile (Sau) trevigiana i vigneti coprono il 27%, i cereali il 25%, la soia intensiva il 17%. La percezione nel paesaggio è diversa nella Destra Piave, dove resistono ancora distese di mais, e nella Sinistra Piave, dove il paesaggio della viticoltura è a perdita d’occhio.
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