A Treviso arriva Scirè, il battello che farà il pieno di turisti

Varata nel cantiere di Studioplast a Casale la nuova imbarcazione. Servirà le isole minori di Venezia
DE POLO AG.FOTOFILM LUGHIGNANO DITTA -STUDIOPLAST- VARO BARCA SUL SILE -SCILE'-
DE POLO AG.FOTOFILM LUGHIGNANO DITTA -STUDIOPLAST- VARO BARCA SUL SILE -SCILE'-

CASALE. Nome di battesimo: Scirè, come il leggendario sommergibile della Regia Marina affondato nel 1942, i cui resti sono parzialmente conservati all’Arsenale di Venezia. Lo Scirè varato ieri mattina sul Sile, e nato nel cantiere della Studioplast di Lughignano Casale, di bellicoso però ha soltanto il nome: è un classico “bateo” per il trasporto delle persone, è stato acquistato - per circa sei milioni di euro - dalla società “Venice by boat”, porterà i turisti (a gruppi di 129, l’equivalente di due autobus) nelle isole minori della laguna come Sant’Erasmo, Murano, Burano, Torcelllo, e ormeggerà a Punta Sabbioni.

Un varo vecchio stile, con la rottura della bottiglia di prosecco e la benedizione del parroco, don Fabio Mattiuzzi, con il sindaco Stefano Giuliato e il fondatore di Studioplast, Giuliano Vincenzi, da quarant’anni “vedetta” del fiume che ha fatto solcare da vaporetti, ambulanze, imbarcazioni di polizia, finanza, vigili del fuoco, tutte “made in Casale”. Il nuovo gioiellino è un’imbarcazione in vetroresina lunga 24,5 metri, che avrà anche funzione di supporto al tradizionale trasporto di linea. Servirà qualche giorno, meno di un mese, per superare tutte le prove in acqua, essere immatricolata ed entrare definitivamente in servizio.

In veneziano si chiama “bateo” in quanto più piccola di un vaporetto: «Quello veneziano è il nostro principale mercato» spiega Giuliano Vincenzi, titolare della Studioplast, «è una tipica barca veneziana che abbiamo realizzato in vetroresina, e per questo si presta a essere utilizzata sulle linee verso le isole minori, che sono le più difficili per l’Actv. Trasporterà i turisti nella laguna veneta: l’azienda committente ci ha dettato una serie di parametri da rispettare, e noi abbiamo completato l’opera secondo le loro indicazioni».

L’imbarcazione è all’avanguardia anche per quanto riguarda la tecnologia: «Ha due propulsori innovativi che non producono fumo né odore. Le forme della carena, inoltre, sono disegnate in modo che il moto ondoso sia minimo. Nome, colori, motori e specifiche tecniche sono sempre dell’armatore». Con un numero di passeggeri inferiore a 130, potrà navigare con un solo marinaio accanto al capitano.

Per la Studioplast è l’ennesima realizzazione in un mercato di nicchia. Dal cantiere di Lughignano arriva l’ottanta per cento delle barche che si vedono a Venezia. In questo modo si continua la tradizione dei “burci”, le storiche imbarcazioni che solcavano il Sile in direzione Venezia. Negli ultimi tempi il mercato sta registrando qualche segnale incoraggiante: «Ultimamente c’è lavoro, stanno girando un po’ di soldi» spiega ancora Vincenzi, «siamo rimasti pochi artigiani a fare questo lavoro, ma la nostra azienda ha quindici dipendenti, cui si aggiunge l’indotto esterno di elettricisti, meccanici, altri professionisti. In cantiere di solito siamo una ventina di persone».

 

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